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Anche se di solito mi piace parlare di scrittura autobiografica per in non addetti ai lavori,

racconterò come nasce un romanzo o per lo meno come sono nati i miei.

Amo la scrittura genuina  e spontanea, dove si scrive senza criticarsi e si può usare lo strumento della parola  per indagare su di sè e quindi per la crescita personale.

Non si è presi dalla frenesia di scrivere bene e di rispettare le tecniche e le parole fluiscono..

Questo è in primis lo spirito del mio corso

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Ma stavolta allargo il campo, Per tanti anni” ho attaccato la penna al chiodo”, per pensare a fare esperienza nella vita. Non volevo chiudermi in camera e pensare solo a quello. Ero già stata fin troppo sui libri.

La chiave di svolta invece che mi ha fatto ripescare le mie risorse, quel che mi piaceva, insomma il nucleo autentico di me ,è stato il percorso di counseling olistico terminato nel 2015. Dove pensando di aiutare gli altri ho aiutato innanzitutto me stessa.

Ho associato la mia ispirazione fervida ma ancora un pò grezza al lavoro su me stessa e dopo aver affinato le tecniche con percorsi di scrittura creativa ad hoc  è nato il primo romanzo di formazione “Tra le disco e le pagode” ovvero il passaggio da una vita disimpegnata e leggera verso la consapevolezza e l’interiorità.

Ispirazione e tecnica quindi per scrivere un romanzo.

La voglia di trasmettere un messaggio. 

Era facile e a volte un dovere verso me stessa scrivere, man mano che la storia scorreva nella mia mente e si arricchiva di particolari.

Quel che era più ostico ,o per lo meno che esula dal campo stretto della creatività, è stata la messa a punto delle tecniche e quindi i dialoghi le scene gli intervalli efficaci. Così come il giusto posto e la giusta caratterizzazione di ogni personaggio. Ogni personaggio deve infatti comparire e sparire al momento giusto dopo aver svolto il suo ruolo

Spessoe sono tanti pezzi di persone ricomposti. Come se avessi dato il volto di A e l’essenza di B o il comportamento di C. Insomma vengono fuori nuove creature.. E c’è come un’ombra al proiezione di me.

Ma quanto c’è di vero nei miei personaggi, nelle mie storie?

Anche in “ Mi racconto dall’aldilà “ che sembrerebbe fantascienza., i pesonaggi seppure in ambiente surreale hanno emozioni umane e autentiche.

Era il modo migliore forse per esprimere le mie convinzioni non in un saggio ( ce ne sono già tanti e anche ottimi,) ma nella forma della narrazione.

Come in una visione…

Dall’incontro con gli esseri di luce alla rilettura delle vite passate, ai ponti d’amore che si creano tra il nostro mondo e l’oltre. Di come la vita continua in altra forma pur senza l’apparenza del corpo fisico. 

E se Eros e Thanatos vanno a braccetto, ho cambiato genere, spostandomi sulla realtà concreta delle relazioni col maschile. 

Si può scrivere di un genere o di un altro o anche associare più di un genere come in un mainstream. Non devi essere per forza fedele a un genere, ma ricorda che scriverai con sicurezza solo quando parli di ciò che ti è congeniale e che conosci.

Le relazioni le conosciamo un pò tutti.

E soprattutto noi donne avremmo tanto da dire sugli”i uomini al veleno” ( e tra prototipi esperienze reali oppure indirette la carrellata potrebbe andare molto oltre),.

Alla fine volevo dire a ogni lettrice  di navigare tra le esperienze e ogni volta osservarsi. 

L’ incontro giusto può arrivare? Si forse .Malgrado tutto il veleno. Se impariamo a conoscere noi stesse, quel che veramente vogliamo, quel che siamo disposte a mettere in gioco di noi. SE SAPPIAMO FARE UN VIAGGIO DENTRO DI NOI E IMPARARE AD AMARCI

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